L’Out of Home negli ultimi due anni: gli effetti del sentirsi dire “resta a casa”

Mangiare fuori, per noi italiani, ha una forte componente sociale, più che funzionale. Lo dimostra il fatto che, con le riaperture dopo le restrizioni Covid, l’ “on-the-go” in Italia non è rimasto, a differenza di altri Paesi europei.

Mancano ancora quasi €20mld per raggiungere i livelli di consumi fuori casa del pre-pandemia, ma lo scontrino medio rimane alto, perfettamente allineato al 2019.

Il carovita, il conflitto russo-ucraino e le conseguenze della pandemia della pandemia stanno sì rendendo le persone leggermente più preoccupate riguardo alla propria situazione in confronto al passato, ma non più di quanto lo fossero nell’ultima estate, che ha visto una crescita straordinaria del fuori casa e una ricerca diffusa di “esperienza”: da maggio e per tutto il secondo semestre 2021 i ristoranti di fascia alta hanno di fatto preso buona parte delle quote perse dalle pizzerie. 

Tra il 2007 ed il 2013 il PIL italiano è sceso dell’8,5% ma l’aumento dei costi e la riduzione del potere d’acquisto dei consumatori non hanno interrotto la crescita costante dell’away from home, ed il periodo che stiamo attraversando dà un’ulteriore conferma in tal senso: la spesa fuori casa è un investimento in relazioni, un premio che ci concediamo dopo mesi di privazioni. 

Questi e tanti altri spunti di riflessione utili, sull’horeca e sul mercato food&beverage in generale, sono stati lanciati dalla dottoressa Bruna Boroni di Tradelab nella sua presentazione a Beer&Food Attaction di Rimini. 

           

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