Partecipare ad un evento sbagliato può rivelarsi la scelta giusta

L’agroalimentare vive, per definizione più di altri settori, di stimoli multisensoriali. Sarebbe dunque riduttivo e castrante limitare le proprie esperienze promozionali e di comunicazione alle piste già battute.

In più occasioni al Consorzio Piacenza Alimentare ho avuto il piacere di organizzare fiere in cui un’azienda entrava nello stand di un’altra consorziata con prodotti e cataloghi, ricambiando magari l’ospitalità in un evento successivo. Questo permetteva all’azienda ospitata di abbattere notevolmente i costi, riducendoli di fatto alla trasferta del titolare o di un referente commerciale, e allo stesso tempo di farsi un’idea del pubblico presente, intuendo anche i bisogni che esprimeva quel mercato. Ed ecco così che un’azienda vitivinicola accompagnava con le sue bottiglie delle degustazioni di pizza, o che un produttore di cioccolatini artigianali impreziosisse la gamma di prodotti esposta da un biscottificio, rendendola ancora più interessante agli occhi dei visitatori di passaggio.

Mi viene in mente una sollecitazione per le aziende contenuta nel volume “Retail 4.0. – 10 regole per l’era digitale” di Kotler e Stigliano: “Be exponential”, ovvero, in estrema sintesi, siate disponibili a collaborare, impegnatevi a sfruttare le potenzialità delle partnership con parti terze. Si tratti di università, d’istituti di ricerca o altre aziende, perfino concorrenti.

Ti è capitato di lavorare con aziende diverse, anche molto lontane dalla tua, su alcuni progetti specifici? Raccontami le sinergie che avete visto emergere, e se avete continuato a coltivarle.   

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